È in corso a Roma al Maxxi, dal 3 Dicembre al 6 Febbraio 2022, Giacomelli/Burri. Fotografia e immaginario materico. Una riflessione sulla condizione umana attraverso la rappresentazione della natura. Le fotografie di Giacomelli entrano in dialogo con le opere grafiche e multi-materiche di Burri.
Tra i due artisti vi era una profonda stima ed amicizia nonché una comunanza di intenti espressivi. C’è un richiamo tra l’organicità delle opere di Burri, con le sue crepe e bruciature e le geometrie astratte delle riprese aeree dei paesaggi naturalistici di Giacomelli, che lui considerava ritratti; i solchi nella terra, i campi arati, i contrasti del cielo con il terreno, evocano nell’osservatore considerazioni sul lavoro dell’uomo, sul suo rapporto con la natura, sull’impermanenza ed il trascorrere del tempo.
L’energia della materia, generatrice dei paesaggi proposti dai due artisti, apre a riflessioni sullo spazio esterno ed interno. Azzardiamo, in questo senso, un’assonanza con i paesaggi evocati nei racconti di certa “fantascienza dello spazio interiore” di scrittori come James Ballard, dove scenari spesso aridi e mutati si confondono con la realtà interiore dei suoi protagonisti.
Il reale confronto e dialogo tra i due artisti, e la loro affinità elettiva, è l’idea alla base di questa esposizione. Di Mario Giacomelli troviamo le serie Metamorfosi della Terra, Presa di coscienza sulla natura, Storie di Terra, realizzate tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’80. Burri è presente con alcune opere grafiche come la serie Combustioni 1965, Cretti 1971, Sacchi, Combustioni su carta e legno, e un prezioso Cretto bianco.
Fino al 6 Febbraio al Maxxi, Roma